bambino_vaccinato

 

Non vorrei sprecare il mio tempo per intervenire in risposta a queste campagne in favore delle vaccinazioni cui stiamo assistendo da diverse settimane. Innanzitutto perché non sono contrario alle vaccinazioni per partito preso, per astratte convinzioni ideologiche, perché voglio fare l’”alternativo”. Cerco solo di ragionare, da medico,  in scienza e coscienza, sul rapporto rischio/beneficio di una pratica che viene fatta passare per scontata – è obbligatoria- senza fornire alle famiglie una informazione esauriente. Soltanto nell’interesse dei bambini. La campagna di questi giorni, intere pagine dei principali giornali nazionali, radio, televisioni, necessita di una risposta non tanto perché si attaccano le riflessioni di chi esercita un pensiero critico, quanto i genitori che cercano informazioni per decidere se vaccinare o meno i propri figli.

 

Il tono è da crociata. Le risorse, la possibilità di occupare i media, sembrano illimitate. I genitori preoccupati che scelgono di non vaccinare i propri figli, o anche solo di rimandare le vaccinazioni, sono accusati di essere i moderni untori delle malattie infettive, o di essere i parassiti dell’altrui immunizzazione. Gli esperti, con toni a volte suadenti, a volte autocelebrativi, appaiono sempre molto sicuri di sé: vaccinate, vaccinate, vaccinate. Tutti e contro tutto. Non si rendono conto che il motivo per cui alcuni genitori scelgono di non vaccinare i propri figli, o utilizzano programmi di vaccinazione alternativi, è perché hanno perso fiducia sulla sicurezza dei vaccini, e sugli esperti che li consigliano. La vicenda del vaccino contro l’H1N1 ha lasciato tracce profonde. Il dogma della efficacia e sicurezza è stato messo in discussione. Dopo le vaccinazioni, in conseguenza delle vaccinazioni, ci sono bambini che hanno avuto gravi reazioni avverse, altri che hanno riportato importanti effetti collaterali. Erano bambini clinicamente sani. La loro vita è cambiata profondamente. Alcuni sono morti. Questo oggi è conosciuto da tanti. Non sono più vittime invisibili. Le organizzazioni che li riuniscono hanno credibilità ed autorevolezza. Molti padri e molte madri pensano che alcuni bambini possono essere più vulnerabili, e che corrono rischi maggiori di reazioni avverse. Per molti  di questi bambini il rischio della vaccinazione può essere maggiore del rischio di malattia. Questo può stabilirlo soltanto il medico che conosce il bambino: a lui, solo a lui, dovrebbe spettare il compito di stabilire se e quando un bambino dovrebbe essere vaccinato. Ma il dato reale non sembra essere importante: bisogna tacere la verità che i vaccini possono anche essere pericolosi. Che possono causare danni molto più spesso di quanto la gente è portata a credere. Che non è mai stata eseguita una verifica adeguata per stabilire se i vaccini hanno provocato un miglioramento globale della salute della popolazione. L’unico modo per avere un giudizio definitivo è effettuare quello studio che non è mai stato eseguito. Bisognerebbe  arruolare un numero congruo di bambini, e dividerli in due gruppi, entrambi numerosi. Un gruppo sarà costituito dai bambini che, seguendo le raccomandazioni ufficiali, verrà immunizzato con tutti i vaccini disponibili (Rotavirus,  Poliomielite. Difterite, Tetano, Epatite B, Pertosse,  Haemophilus influenza  B, Pneumococco, Meningococco, Morbillo, Parotite, Rosolia, Varicella, Influenza stagionale e suina, Epatite A, Papillomavirus) ed un altro sarà rappresentato da quei bambini i cui genitori, per scelta consapevole, decideranno di non sottoporli ad alcuna vaccinazione. Si seguiranno questi bambini per 14 anni, finché non usciranno dall’età pediatrica, e poi si traccerà un bilancio di salute. Vedremo così  la frequenza delle malattie allergiche dell’uno e dell’altro gruppo:  quanti i casi di asma, di rinite o di congiuntivite allergica. E poi si valuteranno le frequenze delle patologie autoimmuni nei due gruppi. Solo così si potrà davvero stabilire il corretto rapporto rischio/beneficio.

Sono ormai trenta anni che vivo tra i bambini, da pediatra. All’inizio della mia professione alcune malattie non mi capitava di vederle che di rado. Sarà un dato poco “scientifico” ma è la realtà di tutti i giorni. Oggi sempre più spesso visito bimbi molto piccoli con il diabete, o con la celiachia, con patologie della tiroide, o con artriti, o con malattie neurologiche. L’autismo mi era sconosciuto: oggi visito un nuovo caso ogni mese. E le allergie sono così diffuse che qualcuno ha stimato che tra qualche anno interesseranno la metà dei nostri bambini (oggi lo è circa un terzo). Tutta colpa dei vaccini? Non lo so, non credo.  Però esistono nella letteratura scientifica articoli e studi che mi aiutano nel comprendere quanto vedo nel mio ambulatorio. Nella pratica di ogni giorno mi rendo conto che i bambini non vaccinati presentano in genere meno manifestazioni allergiche dei vaccinati, proprio come sostengono  i ricercatori della UCLA School of Public Health: la probabilità di sviluppare l’asma è due volte maggiore tra i soggetti vaccinati che tra i non vaccinati. Le probabilità di sviluppare sintomi di allergia respiratoria è del 63% maggiore tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. Lo studio fa riferimento al vaccino contro difterite, tetano e pertosse.  Oppure constato che i bambini vaccinati più tardi, con calendari diversi da quello ufficiale, sono anch’essi meno soggetti ad allergie: ha confermato la mia intuizione uno studio canadese, che  ha riscontrato come i bambini vaccinati 2 mesi più tardi contro difterite, tetano, pertosse presentano il 50% in meno di asma bronchiale dei loro coetanei vaccinati secondo il calendario corrente. Nello scorso anno ho conosciuto 5 bambini dell’età inferiore a 2 anni con il diabete di tipo 1:  uno solo non era vaccinato, e mi sono ricordato degli studi del dottor J. Barthelow  Classen sui rapporti tra vaccini e questa malattia. Poi c’è l’autismo: come è difficile aiutare questi bambini, essere accanto a queste famiglie! Le campagne pro vaccini  affermano  che il vaccino contro morbillo, parotite, rosolia non causa questa malattia. Lo dichiarano  con un atteggiamento  condiscendente e irritante, insultando  sistematicamente  l’intelligenza dei genitori che tentano di prendere una decisione informata, Citano studi epidemiologici criticati per i loro difetti metodologici e per i conflitti di interesse degli autori coinvolti in questi studi. Nessuno ha finora valutato gli effetti della somministrazione multipla di più vaccini (anche sette, come oggi è prassi corrente anche in Italia). L'ex direttore del NIH, Dr. Bernardine Healy, intervistato da CBS News, ha affermato: “Penso che il governo, o  alcuni funzionari della sanità pubblica  siano stati troppo veloci nel rassicurare le famiglie senza studiare a fondo la popolazione che si è ammalata. Non ho visto studi importanti sui trecento ragazzi che hanno sviluppato i sintomi autistici alcune settimane dopo la vaccinazione. Penso che i funzionari della sanità pubblica siano stati troppo veloci nel respingere l'ipotesi come irrazionale, senza studi sufficienti di causalità. Penso che spesso siano state troppo veloci nel non considerare gli studi in animali di laboratorio che mostrano alcune criticità per alcuni vaccini e anche per il mercurio conservante nei vaccini.”  La verità è che nessuno può affermare di sapere cosa succede al sistema immunitario dei bambini –fisiologicamente immaturo- in conseguenza  dell’effetto sinergico dei vaccini multipli 5, o 10 anni dopo la loro somministrazione. Un convinto assertore della vaccinazioni, il Dott Offit ha dichiarato che “ un neonato sano può tranquillamente arrivare fino a 100.000 vaccini in una volta”.  Questa affermazione, che di scientifico non ha niente,  la dice lunga sull’obbiettività di chi ritiene normale vaccinare nei primi 15 mesi di vita un bambino contro 14 malattie, con 30 dosi di vaccini. L’ostinazione con cui si continuano a sottostimare le reazioni avverse ai vaccini non è sorprendente. E’ una strategia fondamentale del marketing dell’industria: si chiama “produzione di incertezze” ed è stata adottata a lungo,  per esempio, dall’industria del tabacco. Per negarne la pericolosità  i produttori di sigarette hanno richiesto delle prove inoppugnabili, spesso al di là del buon senso, della pericolosità di questa sostanza. Per 50 anni hanno schierato fior di scienziati disposti a giurare che non vi era rapporto tra tabacco e cancro al polmone, o che la nicotina non crea dipendenza. Hanno presentato i propri studi come inequivocabili, sottoponendo quelli a loro contrari a mille osservazioni e polemiche, ingigantendo piccole osservazioni e sollevando dubbi appena possibile. La campagna dell’incertezze  non ha vinto, ma per decenni sono state rimandate le misure di protezione per la salute pubblica e gli indennizzi per le vittime. Ora la farsa è finita, l’industria del tabacco ha perso ogni credibilità ed ha abbandonato questa strategia. Ma ha aperto la strada ad altri…

Tra qualche anno questa campagna sulle vaccinazioni  sarà vista con lo stesso sgomento e la stessa indignazione con cui oggi guardiamo agli inganni perpetrati dall’industria del tabacco.. Speriamo che non sia troppo tardi.

Da www.eugenioserravalle.com

Pin It

logo sito 21

 +39 339 7656286
Seguici su Facebook
Copyright © 2007- 2023 CamminaMente. Tutti i diritti riservati.   Privacy  | Credits     Ripubblicazione o distribuzione dei contenuti sono espressamente vietate senza permesso scritto.| c.f. 94132270367
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.