Maiden Enrica & Andrea

enrica-andrea. Una serata insieme, un modo per stare vicini e trascorrere piacevoli ore in compagnia.

Uno di fronte all’altra, una accanto all’altro.

Una tavola verde di crudità e freschezze, occhi chiari e limpidi di fronte ai miei, serenità e simpatia, tante chiacchiere su passioni e hobbies, tra futuro e passato, stravivendo un presente che si percepiva speciale e potente ma al contempo estremamente leggero.

Ho aperto casa mia aprendo una nuova ed importante parte di me, inedita e sconosciuta per certi aspetti, intima e per natura stessa, personalissima: e l’ho fatto con enorme gioia e gusto, con la sana ed entusiasta voglia di farlo, di accogliere e godere di una splendida compagnia.

Una serata serena, “senza tempo”, tra racconti e aneddoti, all’insegna della condivisione, della partecipazione, senza giudizi e senza paure. Gran valore…

La visione di un mio film di un viaggio insieme, tra ricordi e immagini, suoni e luoghi della memoria: un cammino appassionante e molto evocativo, dal profondo significato per entrambi, con antiche porte di pietra che si sono dischiuse di fronte ad occhi increduli ed eccitati.

Poi ho aperto lo scrigno della mia grande passione musicale, i miei feticci, la mia “malattia”, i miei concerti…Iron Maiden!
Li ho scoperti quando avevo 11 anni, visti dal vivo un numero infinito di volte, conosciuti di persona e cresciuto letteralmente con loro. Cd, dischi, vinili, picture disc, foto, video, la musica e poi Eddie (“The head”), la mostruosa “mascotte” che capeggia su ogni loro copertina, su ogni T-Shirt, simbolo immortale dalle mille incarnazioni, unica ed incontrastata icona rock-metal.

Si parla di Rock, dei nostri cantautori italiani, anche di Rolling Stones, della loro famosissima “Angie” e molto curioso il fatto che assieme ai Maiden con Eddie, gli Stones siano gli unici, nell’immenso e variegato mondo musicale, ad avere un’immagine, un logo o un qualcosa di simile, che li identifichi in modo così celebre, forte ed immediato (le labbra con la lingua fuori…): interessante…! Eddie

Ma soprattutto buffissimo osservare le sue espressioni mentre curiosa e attenta mi ascoltava raccontare di concerti e discografia, sfoggiando orgoglioso immagini poco raccomandabili della mia cara creatura che si mostra su ogni copertina!

Inevitabile a quel punto farle vedere qualcosa degli Iron dal vivo e la scelta è caduta sul videoclip di Blood Brothers, la versione tratta dall’esibizione al Rock in Rio 2001, festival brasiliano davanti a 250.000 Maiden fans in puro delirio.

E non è stata una scelta casuale, il caso non esiste…

Era il ritorno della band, la loro “rinascita” dopo un periodo non propriamente illuminato e felice. La band si riproponeva al pubblico con un disco nuovo (Brave New World) reintegrando lo storico e carismatico cantante Bruce Dickinson (che aveva lasciato nel ’93 per un’ottima carriera solista) e presentandosi con un attacco frontale composto da tre chitarristi.

Un evento che milioni di fans in tutto il mondo attendevano e auspicavano da anni (ed io, se possibile, più di tutti!), una produzione spettacolare, un tour memorabile, adrenalina pura e tanta energia per questi ragazzotti che hanno oggi oltre 50 anni e sono in giro da oltre 30…

Blood Brothers ha uno schema semplice, fatto di cambi di tempo ed una melodia ricorrente, dal vago sapore celtico e intimista, ma soprattutto è da brividi in sede live.

Il basso apre un mid-tempo che si sviluppa per oltre 7 minuti, un ritmo cadenzato come cullati dalle onde del mare o l’ondeggiare avanti e indietro di un dondolo.

Il crescendo sfocia in un ritornello potente, da urlare a squarcia gola, così come anch’io feci allo Stadio Brianteo di Monza, esaurito, nel giugno del 2000.

E una cosa che riempie davvero, il ritrovarsi con accanto decine di migliaia di persone che cantano con te, a me non intimorisce, mi da forza e senso di appartenenza, le emozioni si amplificano ed esplodono. Ero in un periodo felicissimo della mia vita, volavo nel vero senso della parola, entusiasta e colmo di gioia nel cuore e quel concerto l’ha sancito ancor di più. Che ricordi, che estate quella, che anno…

Dopo il secondo ritornello inizia una parte strumentale più delicata, in cui entrano un po’ alla volta tutti gli strumenti, un crescendo emozionante in cui spesso il pubblico è chiamato a marcare il ritmo con applausi a tempo, una cosa di grande impatto. E la voce di Bruce qui si fa più introspettiva, più intima, come a confidare un qualcosa, dare un suggerimento sottovoce… E poi, via! Si riparte ancora in un turbinio crescente di note e potenza per esplodere ancora…

Ho tentato negli anni di condividere questa mia passione con le persone a me vicine, con alcune son riuscito, con altre no e rimarrà un mio cruccio… Perché render partecipi le persone a cui si tiene attraverso le proprie passioni è aprire una parte importantissima di se stessi, dar la possibilità di conoscersi ancora meglio. Lo reputo un dono molto prezioso, reso ancora più grande se chi lo riceve è felice di “curiosare” in noi comprendendone appieno la profondità.

Enrica è stata curiosa nel farlo, abbracciandone il senso. Null’altro importa.

E’ sempre il desiderio e la motivazione il motore della vita.

Una serata insieme, vicini e legati.

Profonda nella sua semplicità.

Insomma, una serata Made in Enrica e Andrea, anzi, Maiden Enrica & Andrea…

“And if youre taking a walk through the garden of life

What do you think youd expect you would see?”

(da Blood Brothers)